SEGNALAZIONE USCITA: Feroce è il suo nome, fra i nomi che si chiamano di Angy C. Argent

SEGNALAZIONE USCITA: Feroce è il suo nome, fra i nomi che si chiamano di Angy C. Argent

17 Febbraio 2021 0 Di mokaend

Titolo: FEROCE È IL SUO NOME, FRA I NOMI CHE SI CHIAMANO

Autore: ANGY C. ARGENT

Editore: PAV EDIZIONI

Sinossi

L’uomo utilizza i nomi per ordinare il mondo che ha intorno, farsi comprendere, catalogare, darsi priorità, contrassegnare il valore di ogni cosa. Il dolore, però, ha molte facce dunque ha molti nomi: dolore è la morte, la rinuncia, l’abbandono, la violenza, il sopruso, la vita senza uno scopo, le ferite d’amore, il sentirsi rifiutati ed emarginati, la malattia, l’indifferenza, l’ignoranza.

Siamo tutti costretti a essere ciò che la società ci impone senza molti margini per essere davvero noi stessi. Siamo nomi chiamati a esistere, come se senza nome non si possa essere nulla. Per questo molti uomini vivono ai margini della società, sono nomi dimenticati, mai più chiamati. Umanità in cerca di casa. Per contro, senza dolore l’uomo non saprebbe cos’è la felicità. Senza battaglia non apprezzerebbe la vittoria. Forse, dobbiamo imparare a non chiamare per nome le cose, a farcele scivolare addosso ma, prima di questo, è necessario guardare il dolore dritto in faccia. Chiamare tutti i suoi nomi per poi lasciarlo andare. Questo processo fa male e non tutti gli uomini riescono a portarlo a termine quando è più semplice soccombere al dolore e lasciarsi morire poco alla volta.

L’autrice, in questa silloge, lascia uscire il dolore imprimendolo su carta, gli dà voce con diversi canti a lui dedicati, lo affronta. È un processo necessario alla guarigione, al ricongiungimento del sé con l’altro, al ritrovare la via di casa, intesa come luogo dell’anima.

Dalla silloge

Cantami parole nuove

Mi dipingo una finestra,

una finestra che guarda il blu

spalancata su milioni di stelle

che si tuffano nel mare felici

ad una ad una, ride la luna

e canta l’allodola sul larice

 i cui rami soffiati dal vento

fanno danzare piccole ombre

sul ghiaietto del giardino;

tutto questo non è poca cosa

per chiamare il nome felicità;

se non mi chiudi la finestra

la vita è adesso, tutto è possibile

una finestra che guarda il blu,

un lampo di parole comete

nei giorni arresi, in un cielo

di parole oscure, ferite, tu

cantami le parole nuove,

fammele piovere addosso

che mi grondino dalle spalle

affinché, quando il sole asciuga,

 me ne resti qualcuna nascosta

nel fondo umido di una tasca