
SEGNALAZIONE USCITA: D’amore e di altre storie

Dalla prefazione di Evaristo Seghetta Andreoli
Leggere i testi di Rita Bonetti è come risalire il percorso della mente tra le esperienze reali e soprattutto quelle sognate, desiderate, spesso utopiche, quindi esperienze umane in questo caso incentrate soprattutto nell’amore e nel ricordo. Il tempo conta relativamente e nel susseguirsi dei versi si assiste ad una sorta di annullamento di questa dimensione verso un’atemporalità che prescinde anche dai tempi verbali utilizzati. L’autrice passa con facilità da situazioni a lei contestuali ad aspirazioni adolescenziali, giovanili, di vita vissuta ma mai banali, mai scontate. C’è sicuramente un velo di malinconia che avvolge il tutto, una malinconia dolce e mai abusata, propria dell’animo femminile che tanto manifesta e tanto cela. C’è questa esigenza di attesa, di speranza, soprattutto di desiderio che si avveri qualcosa da sempre atteso che forse non accadrà, che non è mai accaduto. C’è una sorta di scavo volto alla ricerca della propria identità nella consapevolezza dei limiti umani a trattare la materia intangibile dell’anima: sfuggente, inquietante e magnifica. E’ un dialogo costante con un amore che non risponde, quindi, meglio un monologo con accenti critici e severi, di rado inclini al perdono di sé. Infatti, nei propri confronti, la poetessa usa parole dolci e spietate, spesso ritmiche come il tamburo dei vogatori percosso affinché la nave rapidamente attraversi le onde minacciose del mare. Quel mare ricorrente, quando metafora, quando fotografia di situazioni concrete, teatro di vicende d’amore e di aspirazioni umane come quella del senso dell’infinito che trova sponda nel fascino che il cielo e l’ universo esercitano su Rita Bonetti. E’ un modo di scrivere questo dell’autrice all’impronta del sogno e della sincerità, sostantivi astratti che nei sui versi trovano una collocazione armonica e delicata. Ma su tutto prevale questa già citata necessità dell’aspirazione, una trasposizione onirica delle profonde pulsioni liriche che culminano nei versi : “ … Poi entro nel mio sonno più disonorevole/Dopo morta sarò bellissima/e poeta…” (Pensieri – 46).
Una poesia estratta dalla silloge
DETTAGLI Mi è difficile descrivere: i dettagli si perdono per strada come bottoni di un vecchio capotto Scritti spaiati scatti rubati bozzetti accennati di pittura astratta Qualche segno e la parola urgente si stringe forte