Acqua dolce, acqua salata

Acqua dolce, acqua salata

Bando di selezione dedicato al tema dell’acqua e creazione dell’antologia che contiene 34 opere. La stessa è stata presentata l’11 novembre 2018, alla Fiera del Libro Autunnale di Cremona, da Claudio Ardigò, con letture di Emi Mori, insieme a Vincenzo Paglione (curatore della prefazione e Presidente di Giuria) e Monica Zanon (Presidente dell’Associazione).

Foto di copertina di Umberto Manfredini

Qui di seguito un estratto dalla prefazione…

…Dolce e salata…

Ogni poetica accoglie componenti, per quanto minime, degli elementi fondamentali, perché le immagini oniriche, mitologiche e filosofiche, che essi suggeriscono, non si dispongono come dei meri giochi formali o come lo svago di un’ora fugace. Esse s’inseriscono come elementi materiali con una propria poetica specifica, fedeli a un sentimento umano primitivo, a una realtà primaria, a una complessione onirica fondamentale.

“Non è un caso se il nome della presente raccolta poetica ha come titolo Acqua dolce, acqua salata. Nell’una come nell’altra si fondono fluidità sotterranee impenetrabili: le profondità della nostra mente, abitate dalle energie arcaiche della psiche e del mare, impenetrabili, che soggiacciono all’influsso ritmico del Sole e della Luna.”

Le acque dolci e quelle salate parlano di vita attraverso il loro fluire incessante, ma anche di morte e di dolore. Scomparire nell’acqua profonda e fondersi con essa è il destino umano che si unisce a quello dell’acqua.

Il linguaggio è un fiume di parole, dove la poesia scorre verso valle per gettarsi infine nel mare e trasformarsi in musica. La fluidità psichica, simboleggiata dall’acqua, dà libero sfogo ai sogni, alle riflessioni e all’immaginazione che, se riflessi sulla sua superficie come nei laghi, rovesciano l’immagine del mondo.

[…]

Il sogno del poeta creatore è tanto profondo e naturale quanto lo è l’acqua che dà alla vita lo slancio inesauribile per creare un mondo. Il poeta è chi va oltre la riflessione dolce e passiva di un’acqua che attraversa tutte le stagioni. Egli scopre che questa è un elemento vivo, che si rigenera, che è un organo del mondo, dunque, una realtà poetica completa e che lascia un’impronta incancellabile sulle sue immagini. È, in sostanza, un ritornare su se stessi, la riscoperta della propria stessa origine e del proprio spazio interiore.