Titolo: VERSI DELLA DIMENTICANZA
Autore: Luisa Trimarchi
Editore: Transeuropea
La percezione e nella coscienza di vivere in un’età decisiva della storia dell’uomo, in cui fioriscono e splendono la crisi del pensiero e della letteratura contemporanea, animano la poesia di Luisa in un intensissimo sentimento di tempo. (Di me di te, Del ghiaccio che congela, Veloce).
È una poesia che si svolge in parole dense e pungenti come liberate da improvvise illuminazioni ed esprime un senso profondo di comunione con il male del vivere; nell’ispirazione dei silenzi in un implacabile bilancio critico dell’essere. (Dell’essere-esanime, Della pancia-tua). In una forma particolarmente originale e inconfondibile, ricca di contenuti in un discorso limpido fatto di intuizioni e fulminazioni, di tratti discorsivi e di nuclei puntiformi in successione. (Delle parole, Della dissolvenza).
È la chiave di lettura di una poesia che realizza un dettato leopardiano inseparabile dalla poesia moderna: l’energia del ricordo (Di me, di te) nel pensiero del poeta sull’amore (Dell’abbraccio-nostro). Anche se la poesia di Luisa Trimarchi torna più indietro nel tempo tra la poesia simbolista, (Favoleggiando), e quella labirintica tanto cara a Borges nell’esperienza ultraista (Del vento-atroce). In una lunghezza d’onda di lucidissima presenza e consapevolezza, perfino quando si attraversano i territori oscuri della psiche umana.
Ma praticamente in ogni poesia troviamo una densità estrema insieme coloristica e musicale, dove l’immaginazione partecipa nell’equilibrio tra realtà e sogno: secondo un linguaggio secco, disadorno, talvolta sospeso sulla trama del silenzio, oppure avvolto nella sua sintassi poetica.
Prendono così forma, coscienza e vita un’autenticità di sentimenti in quella lente intellettuale che poi è carne e sangue della poetessa Luisa Trimarchi.
Claudio Ardigò