Capita di incontrarsi per la prima volta eppure sentirsi subito in connessione profonda. È quello che mi è accaduto con Moka e la sua poesia; lei è riuscita ad avvicinarmi ad un mondo, quello appunto poetico, che avevo percepito estraneo, irraggiungibile, per gran parte della vita. Nel tempo, ho preso sempre più confidenza con questa forma espressiva; mi affascina come mette a nudo con disarmante autenticità i contenuti più stratificati dell’anima, aiutandomi così ad acquisire nuove consapevolezze su ciò che succede intorno e dentro di me. È stata quindi una vera gioia, sabato 5 marzo, presso la biblioteca di Fiorenzuola d’Arda, assistere alla presentazione della nuova pubblicazione di Moka, “Vuoti d’aria”. Quelli che puntualmente scorrono fra di noi come sorrisi e abbracci virtuali ma carichi di complicità, sono finalmente tornati palpabili, “reali”!
E che emozione “nutriente” condividere il senso di meraviglia per un flusso spontaneo di bellezza che scorreva fra lei e noi presenti; la sua attitudine di scrittura tanto fisica, quanto spirituale, ogni volta mi sorprende per la potenza con cui colpisce sia il mio cuore, che la mia mente. Per un assaggio “leggero” di una silloge che mi ha aiutata a volare oltre il buio del presente, ho scelto “Antonov AN-12”
Nella notte lacustre le stelle sommerse riemergono sempre, il sognatore le conta - una a una - Attende trentamila piedi di sonorità per chiudere gli occhi e sognare ancora, le labbra si estendono in volo si diventa grandi e si rimane bambini, nel tracciato dei suoni c’è la forma dei sogni.