L’amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo

L’amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo

Titolo: IL VERO AMORE È UNA QUIETE ACCESA

Autore: FRANCESCO RANDAZZO

Editore: Graphofeel Casa Editrice

Il vero amore è una quiete accesa è un viaggio…

Il vero amore è una quiete accesa è un viaggio tra i libri il teatro la musica la poesia, o meglio uno dei possibili viaggi alla ricerca dell’amore attraverso noi stessi, aprendoci al sapore della lettura nella scoperta del mondo in uno dei sentimenti più puri: l’amore.

Nel romanzo di Francesco Randazzo ci sono le parole che ci hanno formato, che ci hanno ferito e insieme hanno saputo curarne la ferita. Parole che permettono di conoscere e ordinare il mondo e quelle che svelano il caos travolgente e distruttore, l’incanto e insieme la paura dell’amore.

Le parole che fanno sognare o sperare la salvezza e quelle che a differenza si affacciano sul nulla che allargano i confini del cuore e rimandano aldilà di esso.

Francesco scava nell’anima del vero amore nelle sue e nostre continue crisi, portando alla luce le radici del Romanticismo, tra ombre e illuminazioni nelle tragedie quotidiane che hanno segnato e segnano la nostra storia recente.

Parole che diventano macigni di consapevolezza quando si scontrano o si intrecciano con la vita e la storia, per ritornare poi nuovamente alla vita plasmando gli sguardi le idee, i sogni e l’esistenza dei protagonisti del romanzo. Parole che trascendono la propria perfezione estetica per raccontarci del dolore come della bellezza dell’amore come l’abiezione.

Un romanzo per cogliere le contraddizioni a volte tragiche di un sentimento capace di far capire a tutti cosa sia l’umanità ma nello stesso tempo non cessa di violarla colpevolmente. Forse per questo il libro termina con un’appassionata e lucida riflessione che mette in luce il rapporto con l’etica e la poesia, riflessione nel ribadire il desiderio che il vero amore è una quiete accesa nelle sfaccettature delle sue forme: nella necessità dell’impegno, nell’affrontare i sentimenti e nella doverosa irresponsabilità della scrittura.

Claudio Ardigò