Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta

Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta

Dalla nota di Tomaso Kemeny

[…] Ma al di là dell’apparire fisico, la condizione esistenziale a cui si allude è problematica, anzi enigmatica se si considerano i titoli delle sezioni in cui il lavoro poetico si articola: Fessure, Attraverso, Rintocchi, Battenti, Esplosione.
Il corpo giovane si ritrova a suo agio solo nella scrittura.

Recensione

C’è un’ombra di dolore continuo nella poesia di Alessandra. Un corpo dritto e attento, nervi saldi e pronti, sempre in equilibrio sull’orlo del baratro, con la precisione della consapevolezza che da un momento all’altro dovrà immergersi dentro quel vuoto. Non si concede mai completamente a nulla, nemmeno a se stessa, eppure è così assordante il suo sentire. Giovane, ma mai giovane, perché l’ombra della sofferenza pesa. Le fa sentire con i sensi triplicati, scrive e l’ombra è una sbavatura d’inchiostro che tracima dal foglio. Una poesia irrequieta, insonne, insaziabile, di ribellione e inquietudine. Non sottrae mai il dolore, anzi è addizione che prende posto nella bambolina più piccola e intera della sua matrioska. 

Moka

Poesia estratta dalla silloge

La cerva

La cerva è anima assetata,
un latrato tra orecchio e collo
l'umido che brami.

Su quel muro esiste appesa,
col cappio al collo dondola soave.
I piedi dalla sedia ho lasciato andare, 
dondolo leggera: la preda
è l'ombra che rimane.

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