La memoria della betulla di Maggie

La lettura di questo libro mi ha fatto vivere una straordinaria avventura, aldilà del tempo e dello spazio dove ogni sosta è stata una riflessione ricca di suggerimenti e sensazioni sincere, forse, meglio parlare di sensazioni schiette, perché così è Maggie, e audaci all’infinito che ci circonda e ci sovrasta. Non mi è sembrato di leggere versi, ma ho ascoltato la sua voce unita al fischio del vento (il vento di fine estate), al luccichio della vita (luccichio), al profumo della linfa zuccherina (la memoria della betulla) all’armonia dei silenzi dove, insieme alla sua ispirazione proiettata a scavare nel più profondo animo umano, attraverso metafore immagini sogni riporta alla luce sentimenti nascosti da un divenire malato, da aride sacche di incomunicabilità nella fatica del vivere. 

È stato come sfogliare la sua mente che in simbiosi con i versi e uniti dalla stessa energia hanno musicato un canto ritmato da melodie auliche e solenni. Quest’opera testimonia e valorizza l’esistenza di una sorgente inesauribile alla quale tutti (forse inconsciamente) attingiamo: è l’antico tema dell’amore a cui la memoria della betulla di Maggie non si è mai potuta sottrarre. Per Maggie l’amore è da sempre un terreno vergine, una foresta incantata di betulle che con le sue poesie non finisce mai di esplorare. Le liriche inserite in questo volume, oltre a essere un piacevole esempio, hanno il pregio di poter trasferire, anche ai più sprovveduti, le emozioni i risvegli le ansie le delusioni e i palpiti che hanno ispirato la poetessa. La memoria della betulla è sublime come una scultura brechtiana, per meditare, riflettere, per porsi in ginocchio sul cuscino della propria anima. Maggie è donna di campi, di alberi di papaveri (crescevano poesie), di sassi, è arrivata al tempo delle scelte e in una certa misura perfino ai tempi dei bilanci. La poetessa ci insegna a rivisitare, ricostruire le ferite, le lacerazioni, accarezzare il dolore. Nelle parole, nell’utilizzo sapiente delle voci verbali, l’accesso agli aggettivi in una poesia carica di moto nella forza fluida rabdomantica veloce: Maggie, annota, raccoglie nella memoria piena di ricordi, non disperde, cerca la solitudine (come avvoltoi, aria di lupi) che non è sconfitta ma resilienza nello scrollare illusioni.

Le poesie di Maggie costituiscono nel loro insieme un mosaico con il quale esprime il suo atteggiamento di fronte alla vita e lo comunica in un atmosfera creata da parole essenziali, scelte e soppesate per una migliore aderenza possibile a un’espressività sincera, sottratta dalle insidie della retorica e saldamente ancorata alla spinta iniziale delle ragioni vitali da cui trae origine.

Claudio Ardigò