Mercoledì ti ucciderò di Silvia Grossi

Il romanzo “Mercoledì ti ucciderò” mi ha fatto capire quanto Silvia Grossi abbia un dono, il dono di essere un regista, non si può chiamare altrimenti quella facilità dello scrivere che cancella ogni traccia dietro di sé, rendendo impercettibile la mano dell’artigiano.

L’autrice utilizza la parola come una vera macchina da presa mettendo le parole nell’unico punto giusto e lo fa praticamente in ogni frase con il  risultato finale di una prosa inevitabile e perfetta. Tutto questo in una scrittura ironica, feroce perché ha dalla sua parte la forza incontrastabile del dono, del talento e della follia.
Un romanzo in cui si intrecciano più storie in diversi piani narrativi; non solo attraverso gli accadimenti del classico noir che fanno da contraltare ma svelando al lettore uno scenario culturale, sociale e psicologico.
Per molto tempo il noir è stato considerato semplice letteratura d’occasione: “Mercoledì ti ucciderò” ricorda i migliori noir di Chandler, Sciascia, Padula Fuentes dove il giallo diventa occasione per illuminare i coni d’ombra della società, del nostro io e a raccontare le trame psicologiche del genere umano nei suoi segreti nei suoi misteri.

Claudio Ardigò