Rieccomi dopo l’estate con un testo di Jorge Guillén: una poesia di amore, tenerezza, complicità, che ci aiuta a ripassare il vocabolario del corpo, il modo indicativo, la concordanza degli aggettivi, e anche di conoscere qualche parola nuova! Avanti, dunque. Entriamo nel testo!
Y los ojos prometen mientras la boca aguarda. Favorables, sonríen. ¡Cómo íntima, callada! Henos aquí. Tan próximos. ¡Qué oscura es nuestra voz! La carne expresa más. Somos nuestra expresión. De una vez paraíso, con mi ansiedad completo. La piel reveladora se tiende al embeleso. ¡Todo en un sólo ardor se iguala! Simultáneos apremios me conducen por círculos de rapto. Pero más, más ternura trae la caricia. Lentas, las manos se demoran, vuelven, también contemplan. | E gli occhi promettono mentre la bocca attende. Favorevoli, sorridono. Quanto intima, lei: silenziosa! Eccoci qui. Così prossimi. La nostra voce è misteriosa. Si esprime la carne più chiaramente. Siamo ciò che esprimiamo. Un paradiso, finalmente, completo delle nostre ansie. Rivelatrice, la pelle si tende e si incanta. Tutto procede verso una fiamma. Vincoli simultanei mi conducono a giostre spensierate. Ma più di tutto è la carezza che arreca delizia. Lente le mani si fermano, ritornano, ed anche contemplano. |
La versione italiana è mia, e come avrete certamente notato, non è strettamente letterale. Del resto è così che credo di poter restituire la bellezza di un testo: ricreandolo, dove occorre, per mantenere significato e musicalità. Che ve ne pare del risultato?
Miriam Bruni