Sagome di carta (Le streghe di Triora) di Eufemia Griffo

Sagome di carta (Le streghe di Triora) di Eufemia Griffo

Trama

Dalla voce di Bianca Maria, sua discendente, riemerge la storia di Angelina Clavenna, una delle streghe di Triora perseguitate nella feroce caccia avvenuta nel 1587. Fatti realmente avvenuti o allucinazioni? Parola dopo parola Cordelia scoprirà che cosa la lega a quel lontano passato.

Cordelia Malandri è la giornalista e fotografa di punta della redazione di Kitsune, una testata giornalistica romana che si occupa di viaggi. Si recherà a Triora per scrivere un editoriale sulla caccia alle streghe, scatenata nel borgo ligure nel 1587. Là conoscerà Massimiliano, un ex professore di storia, con il quale incrocerà il suo destino, e Bianca Maria, l’ultima discendente delle streghe di Triora. Bianca Maria la condurrà attraverso i suoi racconti a Triora, così come era nel 1587, anno in cui una terribile carestia mise in ginocchio l’intero borgo e di cui fu data colpa alle donne sapienti, le bagiue, che in dialetto brigasco significa streghe. Tra le vittime innocenti la giovane Angelina Clavenna, figlia della speziale e levatrice del paese. Angelina ama Tommaso Carrega, il figlio del podestà di Triora, da lui ricambiata. La sua storia, il suo amore impossibile per Tommaso Carrega, gli anni della fanciullezza, la prigionia e le atroci torture subite, faranno di lei la vera protagonista del romanzo che pagina dopo pagina, rivela il suo legame con Cordelia. Un romanzo che racconta di un capitolo buio della nostra storia, dove uomini crudeli e senza scrupoli, guidati dalla Santa Inquisizione, daranno vita a uno dei processi per stregoneria più tragici della storia italiana. Una storia dove i ricordi, la malinconia per quello che sarebbe potuto essere e non è stato, conducono il lettore in un labirinto di emozioni che lo avvincono fino all’unico epilogo possibile. Dove i fili dell’odio e dell’amore, del passato e del presente si intersecano irrimediabilmente tra loro.

Un romanzo denuncia, un romanzo che è un pugno nello stomaco, sulle verità scomode della storia: la storia delle streghe di Triora, piccolo borgo nella provincia di Imperia. È la voce incessante delle donne che sono state torturate e bruciate, come sagome di carta, dall’ignoranza e per soddisfare la pazzia degli uomini (spesso del Clero).

Questo libro è un concentrato di emozioni, non solo scaturite dal dolore e dalle atrocità descritte, da cui spesso è difficile riprendersi per le descrizioni furiose e dettagliate dei torturatori sulle innocenti, ma è anche commovente nel suo opposto: l’amore. L’amore per la propria terra, per la storia stessa, amore vero arrivato all’improvviso tra i protagonisti, amore che rompe le barriere del tempo e dei ceti sociali, amore che non si dimentica mai, per cui si dà la vita, amore necessario per ricostruire la verità, per non dimenticarla, per dare memoria alle donne che sapevano parlare con i tempi della natura e per questo facevano molta paura, forse, ancor di più, perché erano donne indipendenti ed emancipate.

Per fortuna le streghe continuano a esistere, nonostante rimangano tracce anche degli inquisitori che vestono maschere diverse.

Moka

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