Ci penseranno i fiori di Giorgio Ricci

“Ci penseranno i fiori” di Giorgio Ricci va inteso come un viaggio immaginario che lo scrittore compie verso l’inferno che è la vita.
Un romanzo innovativo, diverso, ricco di atmosfere surreali tra la scrittura distopica e gotica, sicuramente moderna che colpirà positivamente il lettore.

Temi quali la morte, il dolore, la vendetta vengono estremizzati nel gusto dell’orrore, nel senso del peccato eppure in diversi finali troviamo un’apertura di speranza.
Credo che l’autore abbia una capacità superiore nel percepire con la sua innata sensibilità le segrete corrispondenze tra i fiori, gli elementi della natura, e nelle fragilità della società moderna.
Racconti di un’angoscia esistenziale profonda, a volte disperata, che proietta i protagonisti in uno stato perenne di disagio nel quale lo stato d’animo si fonde tra scoraggiamento, noia e tristezza di cui è soggetta l’umanità attuale.
I protagonisti dei racconti descrivono l’angoscia della società tratteggiati dall’autore in una sua personalissima commedia umana. Diversi personaggi si rifugiano nel vizio in un’alterazione delle percezioni, ma anche amori proibiti e peccaminosi che danno l’illusoria speranza di un conforto e quando questi effimeri piaceri vengono a svanire l’autore si rifugia nei fiori che tuttavia non sempre si rivelano utili alla fuga nella speranza.
I fiori mandano messaggi, ma ai protagonisti arrivano confusi e l’uomo non può capirli nemmeno con l’utilizzo della ragione. I fiori diventano una specie di biografia ideale un percorso esistenziale che va dalla consapevolezza dell’effimera natura alla diversità rispetto al mondo esterno parlano alla mente, insieme a loro crescono varie esperienze di vita spesso degradate per arrivare a un rifiuto totale del mondo, in questo caso, attraverso la morte.
I fiori alludono all’arte, alla bellezza che riescono a realizzare nel pensiero del degrado nella volgarità della società contemporanea.
Giorgio Ricci intuisce la realtà più profonda e autentica dei fiori né in intravede le misteriose corrispondenze il loro significato allusivo diventando simboli che rimandano a un’altra realtà.


Claudio Ardigò