
SEGNALAZIONE USCITA: Fatti reali immaginari

Dalla nota dell’autrice
Partendo dall’osservazione dell’illustrazione in copertina (opera fortemente caratterizzante dell’artista Ksenja Laginja) si intuisce come lo sguardo di “Fatti reali immaginari” sia puntato al momento in cui tutto è sospeso. Sospeso su un baratro. L’energia potenziale racchiusa in una sfera, dal rimando cosmologico, è ciò che maggiormente mi ha interessato nella stesura dei testi. Il momento in cui tutto sta per accadere e capovolgersi. L’abisso è una montagna rovesciata, caverna e gorgo scuro, abisso crepato che pare destinato ad accogliere e a risucchiare vite. Eppure, c’è il tentativo da parte mia di andare a ripescare dalla dimenticanza alcuni destini, riportarli in vita, innalzarli forse, o addirittura non farli cadere, fissandone brevi apparizioni di luce, scintillamenti.
Dalla sezione il Diario di Julia: “La luce pattina in mezzo all’oceano. / Sotto c’è tutta la profondità che ho / solo immaginato. // Non si addentra la luce / giù nella sala macchine, / sui visi nero carbone. // Figurarsi ancora più giù. / Giù negli abissi. // È bagliore che rotola in superficie / come sfera rovente nella notte.”
Da una mia nota in allegato al libro:
[…] Il titolo, Fatti reali immaginari, è una dichiarazione di intento poetico del libro. I fatti sono reali ma lo sguardo a loro rivolto è mediato dall’immaginazione. Le poesie di Fatti reali immaginari fotografano il capovolgimento di un destino; il momento preciso in cui ciò accade.
Poesia scelta dal libro
Errore di identità
16 luglio 2014, Spiaggia del Porto di Gaza
Operazione Margine Protettivo
Le impronte dei bambini Ismail Mohammed Zakaria Ahed sulla spiaggia più grandi delle suole e le suole più grandi dei piedi (una volta e mezzo forse). E con quel gran tramestio e scalpiccio tante tracce confuse e intrecciate. Pareva arrivassero giganti. E gli altri lì a puntare razzi, lampi in punta di luce, contro le grandi OMBRE. I bambini calciavano aria calda e avanzavano con il pallone tra i piedi. Zakaria Ismail Mohammed Ahed allungavano le braccia e indicavano il mare, ridendo. Perché era solo un gioco [ancora per poco.