
SEGNALAZIONE USCITA: L’eredità del bosco

Dalla prefazione di Dante Maffia
Ognuna di queste liriche trasuda vita e fa sentire il suono della natura. Michela Zanarella è sempre autentica, priva di orpelli, priva di inutili digressioni e la ragione è semplice, a lei non interessano gli aloni e le apparenze, lei affronta col cuore la quotidianità e le ragioni dei sogni e il risultato è dinanzi a noi: poesie limpide, Umberto Saba direbbe oneste, poesie che sanno decifrare l’essenza del divenire e farne voce autentica, a volte anche grido, quasi sempre preghiera, invito alla comunione suprema.
Dalla silloge
Ritorno da me nel bosco che mi ha insegnato come fa silenzio la neve tra gli umori del vento nella pelle antica di montagna. Mi vedo nel corpo dei pini a recuperare il tempo del germoglio a rincorrere gli anni tra le linee dei tronchi quanto mi assomiglia la resina nel suo traboccare dal legno quante primavere ha pronunciato grondando gioia e appartenenza alla vita. Porto il nome di una terra che fiorisce ciclamini e ghiaccia nelle cavità di roccia la mia corteccia pulsa e sogna resiste alle ombre di stagioni affilate nella nebbia mi rende felice la voce degli affetti assenti ora luce tra le foglie di quercia assolte dal buio. Eccolo il mio cuore, mentre sorge il sole si confonde alle curve bianche del sentiero mentre la luna riesce a immaginare cosa mi illumina gli occhi la notte: l’eco di una cima che sprigiona aurore.